LA PROVA DEL MESE

 

MOTO GUZZI

GRISO 850

"la sorella minore"

testo: Claudio Zanoni

foto:Claudio Zanoni & Lucio Artioli

Prova: Claudio Zanoni

 



Che la Moto Guzzi abbia finalmente intrapreso la strada giusta, è cosa nota a tutti, e l’immissione sul mercato delle medie cilindrate, sembra dar conferma che la volontà di battersi con le case teutoniche è più che mai viva, e pure un orecchio di riguardo verso chi da una moto vuole sicurezza e tranquillità nell’utilizzo quotidiano é rimasto aperto.
Ecco allora che in un panorama striminzito di sole due cilindrate ad oggi prodotte, ad ampliare la gamma entra in scena il nuovo 850, cubatura che per i più nostalgici porterà la mente ai mitici California e Le Mans.
La cilindrata è stata raggiunta con la semplice diminuzione della corsa del pistone che ora è di 66 mm contro gli 80mm della cilindrata originale. A guardar bene la cosa non è esattamente semplice, dato che per raggiungere tale scopo i tecnici di Mandello hanno dovuto ristudiare l’albero motore, la biella e il gruppo termico.

 

Ed infine per far funzionare al meglio il tutto, è stata tolta la doppia accensione tornando alla candela singola, e in virtù di un minor sviluppo di calore è stato eliminato il radiatore dell’olio.
A parte queste modifiche tecniche obbligatorie per creare una nuova motorizzazione, il resto della moto eredita tutto il bagaglio tecnico ed estetico della sorella maggiore.
E dato che nessuna scritta o logo lascia identificare di quale cilindrata siamo in presenza, si è deciso di differenziare i modelli con la colorazione di alcune componenti.
Ritroviamo così una nuova veste estetica per gli 850 che ereditano il nero ed il rosso della carrozzeria, ma sfoggiano una nuova colorazione del telaio, ora nero opaco ( e se mi consentite, più in tono con il carattere della moto), e la meccanica che ostenta un argento metallizzato opaco che spazia dal gruppo termico alla trasmissione, per finire con i cerchi, anch’essi verniciati di argento ma finemente ricoperti da uno strato di lucido.
L’assenza del radiatore dell’olio sul fianco destro del motore lascia vedere tutta la corpulenta massa della meccanica Guzzi, che se analizzata con gusto estetico, diventa parte essenziale della grinta che questa Griso sa imprimere alla nostra vista, e non si fa affatto rimpiangere.



 




COME VA' :

 


La nuova Griso 850 come già anticipato eredita tutta la ciclistica della sorella maggiore, quindi tutte le ottime doti che avevamo apprezzato della 1100 qui vanno esaltate ancor di più, dato che certa componentistica è diventata sovradimensionata per le prestazioni che la moto sa offrire.


Al momento dell’avvio bisogna rispettare tutto il rituale elettronico, si gira la chiave, viene riconosciuto il codice ( che volendo lo si può reimpostare e renderlo segreto), si attende che il cruscottino finisca la sua personale esibizione con scintillio di spie e movimenti di lancette, e quando finalmente si spegne lasciando accesa solo la spia verde del cambio in folle, si può dare il via allo starter automatico.
Una brevissima pressione sul pulsante posizionato nel blocchetto di destra, e la centralina pensa da sola all’avviamento, alla percentuale di aria e ai giri motore, il tutto in proporzione alla temperatura che il termometro interno ha misurato. Attenzione però in inverno quando, se la moto è appena uscita dal garage dove generalmente c’è una temperatura più mite, il termometro non fa in tempo a sentire lo sbalzo termico e all’accensione dovrete essere voi a tenere accelerato per evitare lo spegnimento del motore. Il motore Guzzi, diviso nella lubrificazione in tre sezioni ben precise (carter-cambio-cardano) ed ognuna avente il proprio specifico lubrificante, risulta lento nel raggiungere la temperatura ottimale d’esercizio, e questo si riflette sull’obbligo da parte del conducente nel dover affrontare i primi chilometri con tecnica zen, (calma e pazienza).


E’ proprio per questo motivo che nei primi metri si avverte una elevata ruvidità nell’innesto delle marce. Nel tempo necessario a percorrere una quindicina di chilometri, il motore raggiunge i gradi ottimali di esercizio, e finalmente vi permette di assaporare tutte le sue qualità.
Al contrario della sorella maggiore, l’otto e mezzo dispensa la sua cavalleria a terra in modo graduale rendendo la guida piacevole e spensierata. I valori di coppia e potenza inferiori rispetto al 1100 si traducono in una erogazione lineare e progressiva, senza strappi e accelerazioni repentine, a tutto vantaggio dell’interazione pilota-moto. Niente vibrazioni sul manubrio, sulle pedane e neppure sulla sella, il motore che borbotta e il grosso terminale di scarico che nel pieno della sua funzione euro 3, riesce a smorzare ogni disperato tentativo dell’ 850 di farsi sentire.


Per quanto con l’eliminazione del radiatore dell’olio la moto abbia perso circa 3kg di peso, la massa complessiva rimane pur sempre rilevante, e i 240kg in ordine di marcia si fanno sentire soprattutto quando si fa manovra . Al contrario non appena ci si mette in movimento la prima sensazione che si riceve è quella di essere alla guida di un mezzo molto più leggero, tale sensazione è dovuta sicuramente alla combinazione delle ruote sportive di primo equipaggiamento, sommate alla leva che il largo manubrio offre. Quest’ultimo va affrontato e assimilato con la stessa tecnica zen già applicata nel riscaldamento del motore; quando viene impugnato la sensazione è quella di essere sospesi a metà strada tra lo scaricare il peso sul manubrio stesso e quella di sprofondare nella sella. In generale questa posizione di guida non raggiunge mai valori di scomodità elevati, a patto di non sterzare troppo; operazione che i piloti di statura ridotta faticheranno non poco a compiere.


Le quote ciclistiche uguali alla sorella 1100, non sono certo quelle più consone ad una nuda sportiva e pensando al lungo interasse di 1554mm e ai 26,30° dell’inclinazione del cannotto di sterzo, viene naturale capire il comportamento che ha in strada.
Le curve strette infatti non sono il suo forte, la Griso si esprime al meglio nell’affrontare lunghi curvoni veloci, quando la sensazione di appoggio è talmente avvertibile che l’automatismo di rotazione del polso destro si innesca in modo del tutto naturale e involontario.
Il reparto sospensioni è tarato per una guida a mezza via tra il turistico e lo sportivo, a scapito di qualche affondamento eccessivo in presenza di avvallamenti del manto stradale. Mentre il reparto forcelle risponde bene a tutte le sollecitazioni, il mono posteriore risulta avere una corsa un po troppo breve e una tendenza a non assorbire quei tratti di strada con presenza di buchi e rattoppi dell’asfalto. Inoltre non va trascurata la tendenza del retrotreno a sedersi durante la percorrenza di una curva ampia e veloce, probabilmente risolvibile con un paio di giri di vite del precarico molla.


Una volta regolate le sospensioni in base alle proprie esigenze, ci si può sbizzarrire su qualsiasi tipo di percorso, la Griso infatti sembra fatta per affrontare il semplice giretto al bar come la lunga trasferta, a patto di evitare l’autostrada dove la rapportatura molto corta del cambio, non permette di viaggiare a velocità sostenute anzi, a soli 120km/h i giri motore si attestano già a 5000 superando i 3⁄4 del totale disponibile. Ecco allora che sfruttare tutte le potenzialità del motore, rimanendo tra i 3000 e i 6000, sarà la soluzione migliore per beneficiare del carattere della Griso 850.

Per quanto la moto da noi provata abbia beneficiato degli ultimi aggiornamenti da parte di mamma Guzzi, rimane purtroppo evidente una certa rumorosità del cambio. Una tecnica per ridurre ed evitare questo rumore meccanico, è quella di passare da una marcia all’altra facendo attenzione che questo accada sempre oltre la soglia dei 3400 giri/minuto, ma soprattutto ( come consigliato a pagina 46 del libretto d’uso e manutenzione), con una certa rapidità. Eh si, la velocità e il sincronismo mano e piede sinistro è tutto quello che serve per ottenere una cambiata di successo, e così va fatto per tutti i sei rapporti che questo motore offre! Se sarete veloci a tal punto da non far perdere giri al vostro motore la cosa diventerà piacevole.


Nella guida in montagna affondando stretti tornanti, quando la marcia selezionata è troppo lunga rispetto la velocità di percorrenza, l’uso della classica sfrizionatina diventa piuttosto ostico per chi non mastica tanto di moto, in quanto la corsa ridotta della leva rende difficile trovare il punto di gioco che aiuti a mantenere i giri motore!


Nel corso della lunga prova che abbiamo effettuato, condizioni di pioggia con manto stradale allagato, hanno evidenziato come il tegolino porta targa non riesca a svolgere il compito di para spruzzi, obbligando il pilota alla terribile tortura dell’acqua che si insinua tra la sella ed i vestiti senza riguardi.


Una lacuna da segnalare per chi vuole fare turismo a lungo raggio, è la mancanza di un dato base quale la quantità di benzina ancora presente nel serbatoio, risultando quindi difficile valutare quando fare rifornimento.
La mia valutazione finale: Nonostante qualche peccato veniale di gioventù, la Griso anche nella versione 850 resta un giocattolone divertente, facile e alla portata di tutti.


Saluti dal team motoitaliche

 

 

                                                                         SCHEDA TECNICA

  
MOTO GUZZI GRISO 850


Motore
Tipo Bicilindrico a V di 90°,4 tempi
Raffreddamento Ad aria
Cilindrata 877 cc
Alesaggio e corsa 92 x 66 mm
Rapporto di compressione 9,8 : 1
Distribuzione apertura valvola aspirazione 24° P.P.M.S.
chiusura valvola aspirazione 52° D.P.M.I.
apertura valvola di scarico 54° P.P.M.I.
chiusura valvola di scarico 22° D.P.M.S.
misurati con gioco di controllo bilanciere-valvola di 1.5 mm

Potenza massima 56 kW a 7800 giri/minuto
Coppia massima 70 Nm a 6800 giri/minuto
Alimentazione iniezione elettronica Multipoint, sequenziale, fasata Magneti Marelli IAW5A, sistema alfa-n; 2 corpi farfallati di Ø 40 mm con iniettori Weber IW 031, sonda Lambda
Avviamento Elettrico
Accensione elettronica digitale a scarica induttiva Magneti Marelli IAW5A
Candele NGK BPR6ES
Impianto di scarico in acciaio inox, del tipo 2 in 1 catalizzato a 3 vie con sonda Lambda, silenziatore regolabile in altezza
Omologazione Euro 3

TRASMISSIONE

Cambio 6 marce
Valore rapporti cambio 1^ 17/38 = 1 : 2,235
2^ 20/34 = 1 : 1,700
3^ 23/31 = 1 : 1,347
4^ 26/29 = 1 : 1,115
5^ 31/30 = 1 : 0,967
6^ 29/25 = 1 : 0,862
Lubrificazione a sbattimento
Trasmissione primaria ad ingranaggi denti elicoidali rapporto 23/36 = 1 : 1,565
Trasmissione finale Cardano Reattivo Compatto CA.R.C. Doppio giunto di cardano e coppia conica flottante, rapporto 12/44 = 1 : 3,666
Frizione bidisco a secco

CICLISTICA

Telaio tubolare a doppia culla in acciaio ad alto limite di snervamento
Interasse 1.554 mm
Avancorsa 108 mm
Inclinazione cannotto di sterzo 26,30°
Angolo di sterzo 34°
Sospensione anteriore forcella rovesciata Ø 43 mm completamente regolabile (precarico molla e idraulica in estensione e compressione)
Escursione ruota anteriore 120 mm
Sospensione posteriore monobraccio con leveraggio progressivo, monoammortizzatore con serbatoio gas separato completamente regolabile (precarico molla e idraulica in estensione e compressione)
Escursione ruota posteriore 110 mm
Freno anteriore doppio disco flottante in acciaio inox, Ø 320 mm, pinze a 4 pistoncini contrapposti
Freno posteriore disco fisso in acciaio inox, Ø 282 mm, pinza flottante a 2 pistoncini paralleli
Ruote a tre razze cave in lega di alluminio fuse in conchiglia
Cerchio anteriore 3,50” x 17”
Cerchio posteriore 3,50” x 17”
Pneumatico anteriore 120/70 17 54 H
Pneumatico posteriore 180/55 17 65 H

IMPIANTO ELETTRICO

Tensione impianto 12 V
Batteria 12 V – 18 Ah
Alternatore 12 V – 550 W

DIMENSIONI

Lunghezza 2.260 mm
Larghezza 880 mm
Altezza 1.070 mm
Altezza sella 800 mm
Altezza minima da terra 185 mm
Peso a secco 227 kg
Capacità serbatoio carburante 17,2 litri
Riserva 3,3 litri
Prezzo (chiavi in mano) 10.990,00 Euro